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MARIA SS. INCALDANA - PATRONA DELLA CITTA' DI MONDRAGONE

Cartolina formato grande (10x15 cm)
Spedita nel 2006

ICONA DELLA SANTISSIMA MARIA INCALDANA
STORIA E LEGGENDA
Le origini storiche di questo dipinto ligneo affondano le proprie radici nella leggenda e nella mistificazione perpetrata dai vari racconti di tradizione popolare e orale.

Per questo non si conosce né il periodo in cui venne creato né da chi fu dipinto. Venne probabilmente realizzato da qualche devoto monaco nel XIV secolo che in quel tempo stavano colonizzando i monti locali.

Infatti, probabilmente sin dalle origini, il dipinto venne custodito all'interno della cosiddetta chiesetta del Belvedere, un piccolo edificio di culto costruito intorno al XIII secolo e situato alle falde di un rilievo montuoso. In questo periodo, l'icona sacra divenne nota sotto il nome di "Madonna del Belvedere".

Questi luoghi situati lungo le coste marine, così come lo era quella che poi divenne Mondragone, erano a quel tempo facile preda delle barbare scorribande e devastazioni dei Turchi Ottomani. È per questo che nell'antico Regno di Napoli venne costituito un sistema difensivo di Torri costiere, proprio per arginare e contrastare queste incursioni.

Secondo la tradizione, durante uno di questi attacchi, gli invasori avrebbero appiccato un incendio in quell'antico santuario retto sin dal XVI secolo dai Padri Carmelitani. Nell'incendio venne arsa alle fondamenta quasi totalmente l'antica chiesetta, ma a salvarsi illeso, inaspettatamente e "miracolosamente", fu proprio quel dipinto raffigurante la Madonna. L'icona fu ritrovata qualche tempo dopo l'incendio da una pastorella, la quale si era trovata a pascolare le sue pecore lì vicino. Fu probabilmente da questo evento che l'icona prese anche il nome di "La Prodigiosa".

Nel 1624, tuttavia, sotto la costante minaccia di attacchi e la posizione rurale in cui si trovava la chiesetta, spinsero i rettori ad abbandonarla e spostarsi nei centri abitati. Così, sempre secondo la tradizione, dopo l'abbandono dell'edificio di culto, si narra che l'icona fosse divenuta oggetto di una contesa tra i paesi limitrofi alla chiesetta e che ne rivendicavano il possesso. Scoppiata la lite tra le popolazioni, alla fine si decise di risolverla collocando il quadro su un carro trainato da una coppia di buoi e di affidarsi alla sorte, lasciando liberi i bovini senza guida alcuna e di far scegliere loro il luogo dove collocare il sacro dipinto. Liberati gli animali, questi imboccarono la strada per Mondragone e vi si diressero. Lungo la strada si fermarono nella zona dell'Incaldana, dalla quale prese il nome l'icona: infatti, questi luoghi sono ricchi di sorgenti d'acqua sulfurea e per questo soprannominato Incaldana (in caldana). In questa zona, all'incrocio della strada che attualmente porta alla cava di pietra, i buoi si accasciarono e morirono.

A seguito di questo evento, la popolazione locale dovette pensare che si trattasse di un segnale con il quale la Madonna stessa avesse voluto indicare il luogo dove avrebbe preferito dimorare.

L'icona, quindi, giunta a Mondragone, venne collocata all'interno della Chiesa Madre e collegiata di San Giovanni Battista, un importante edificio di culto costruito dalla famiglia Carafa nel XVI secolo. Quest'ultimo, proprio per questa illustre presenza, diverrà noto come Santuario di Maria Santissima Incaldana. Ancora oggi l'icona è custodita in questo luogo.

Per tradizione, si dice che i due buoi, che per l'appunto eseguirono il trasporto dell'icona dalla Chiesetta del Belvedere a Mondragone, vennero sepolti proprio sotto il sagrato del Santuario dell'Incaldana.

Inoltre, nel luogo in cui si fermarono gli animali, venne fatta erigere una cappella, tutt'oggi esistente. Mentre nel posto preciso dove si fermò la processione che raccolse il dipinto e sulla pietra dove venne appoggiato quest'ultimo, fu posta a ricordo una croce di ferro che vi rimase visibile fino a poco prima della Seconda Guerra Mondiale.

(Wikipedia)